domenica 24 maggio 2015

Recensione: "Raccontami di un giorno perfetto" di Jennifer Niven

TRAMA
È una gelida mattina di gennaio quella in cui Theodore Finch decide di salire sulla torre campanaria della scuola per capire come ci si sente a guardare di sotto.L’ultima cosa che si aspetta però è di trovare qualcun altro lassù, in bilico sul cornicione a sei piani d’altezza.Men che meno Violet Markey, una delle ragazze più popolari del liceo.Eppure Finch e Violet si somigliano più di quanto possano immaginare.Sono due anime fragili: lui lotta da anni con la depressione, lei ha visto morire la sorella in un terribile incidente d’auto.È in quel preciso istante che i due ragazzi provano per la prima volta la vertigine che li legherà nei mesi successivi.I giorni, le settimane in cui un progetto scolastico li porterà alla scoperta dei luoghi più bizzarri e sconosciuti del loro Paese e l’amicizia si trasformerà in un amore travolgente, una drammatica corsa contro il tempo.E alla fine di questa corsa, a rimanere indelebile nella memoria sarà l’incanto di una storia d’amore tra due ragazzi che stanno per diventare adulti.Quel genere d’incanto che solo le giornate perfette sono capaci di regalare.

Raccontami di un giorno perfetto è un romanzo commovente e coraggioso. Una storia che spezza il cuore in tutti i modi possibili e ci ricorda che cosa significa essere vivi.


LA MIA RECENSIONE


Il 23 marzo 1950, il poeta Cesare Pavese ha scritto:
L'amore è veramente la grande affermazione. Si vuole essere, si vuole contare, si vuole - se morire si deve - morire con valore, con clamore, restare insomma.

Questo libro è da un po' di tempo ormai sulla bocca 
di tutti...e quindi ero curiosa di leggerlo, mi aspettavo una storia struggente, una di quelle storie da leggere con il fazzoletto alla mano. Ogni tanto mi piace leggere una di queste storie, di quelle che ti toccano nel profondo.
Quindi avevo grandi aspettative, mi aspettavo una sorta di Colpa delle stelle/Cercando Alaska...
In realtà non è andata proprio così, non del tutto, non fino in fondo, ok è un libro carino, scritto bene, con dei bei personaggi, che si fa leggere e si legge velocemente. Ma non ho versato una lacrima...non mi ha toccata né angosciata né emozionata come pensavo avrebbe fatto.
Violet Markey e Theodore Finch i due protagonisti di questa storia, sono due ragazzi agli opposti uno dall'altra, completamente diversi, lei bella e popolare, con un sacco di amici, lui l'emarginato e considerato lo schizzato della scuola. E allora com'è possibile che si incontrino sul cornicione del campanile della scuola? Tutti e due a guardare verso un vuoto che sembra attrarli e spaventarli allo stesso tempo? Ma è proprio qui che le loro vita si intrecciano, Finch salva Violet...e comincia il loro viaggio insieme. Un reale viaggio, per merito di un progetto scolastico, che li porta in giro a visitare i posti più caratteristici dell'Indiana. 
Ed eccolo là Theodore Finch appoggiato alla fiancata di un auto, le mani in tasca.Se ne sta là ad aspettarmi come se avesse tutto il tempo del mondo.Mi vengono in mente le parole di Virginia Wolf in Le onde: Pallido, con i capelli scuri, colui che viene è melanconico, romantico.E io maliziosa, sinuosa e capricciosa, poiché lui è melanconico, è romantico.Eccolo, è qui al mio fianco.
Finch è un personaggio complesso: difficile da capire, è visto da tutti come lo "schizzato", lo strano...lui ha dentro di sé tanti Finch diversi, ma tutti in qualche modo veri.
Finch è sempre in lotta con se stesso e con il mondo, vuole sentirsi vivo...non vuole addormentarsi, vuole trovare la voglia di vivere, la cerca disperatamente.
Violet è al contrario la ragazza modello, la ragazza popolare, che ha tragicamente perso la sorella in un incidente di macchina, ora nulla ha più senso...nè gli amici, nè il popolare fidanzato e nemmeno la passione per la scrittura ed il blog che curava con la sorella. Vuole solo finire il liceo per andare via da tutto, ricominciare al college, lontano da tutto.
Ed è proprio dall'incontro con Violet che in Finch riemerge la voglia di vivere e la voglia di far vivere Violet, di spingerla a rinascere ed a superare il dolore, ricominciare a guidare, ricominciare a scrivere...appassionarsi di nuovo alla vita...ma...beh non voglio rivelare altro di questa storia, troppi spoiler ;)
Lei è ossigeno, carbonio, idrogeno, azoto, calcio e fosforo.Gli elementi di cui tutti siamo fatti, ma non posso fare a meno di pensare che lei è più di questo,e che ci sono altri elementi sconosciuti in lei, che la rendono una creatura diversa.Provo un brivido di panico mentre penso: E se uno di quegli elementi si guastasse o smettesse di funzionare di colpo?Mi sforzo di allontanare questo pensiero per concentrarmi sulla sua pelle, finché smetto di vedere molecole e vedo Violet.Mentre il disco continua a suonare, sento nascermi in testa una nuova canzone:Tu mi insegni ad amarti.

Lo stile di scrittura della Niven è semplice e scorrevole, però...c'è questo famoso però...non sono entrata completamente in sintonia con i personaggi, non è scoccata la scintilla. Non so se sono io a non essere riuscita a farmi coinvolgere dalla delicatezza dell'argomento...ma non mi pare sia stato affrontato fino in fondo, non sono riuscita a capire fino in fondo la sofferenza di Finch, le cause, le sfumature di questa piaga che è la depressione.
«Cos'è che ti fa più paura?»
Penso: Quello che mi fa più paura è Fare attenzione: mi fa paura l'Ultima Caduta; mi fa paura il Grande Sonno e il Trascurabile senso di ineluttabile catastrofe. Quello che mi fa più paura sono io.
«Niente.»

Comunque se vi va, se vi ispira leggetelo...non voglio bocciarlo completamente, in fin dei conti alcuni temi sono più complessi di altri da affrontare e forse serve solo prenderlo come una storia delicata che può anche cominciare a far riflettere su qualcosa che non si può spiegare né conoscere fino in fondo.

Il mio voto: 

2 commenti: